giovedì 2 giugno 2011

cose da mani.

Le mie mani hanno voglia di costruire.
Dev'essere una sorta di contrappasso, dato che la mia testa ha scelto tutta un'altra strada.
E però. Sto qui davanti e vorrei scrivere qualcosa ma le mie mani non vogliono scrivere. Hanno voglia di costruire, loro.
Oppure anche scrivere va bene, purché sia uno scrivere in senso meccanico. Potrei stare qui a fare una lista di parole la cui terza lettera è una R, per esempio. Tipo:
1) carapace
2) strazio
3) corrugare
4) ferro
5) serafico
Meglio ancora sarebbe farla a mano, la lista. Con la penna, ne abbiamo una nuova (io e le mie mani) che è proprio un piacere da usare (per me e le mie mani).
Un'altra cosa che vorrebbero fare le mie mani è stringere il manubrio della moto, ma oggi pioveva dannazione e la moto non l'abbiamo potuta usare.
Potrei far preparare loro il caffè (alle mie mani), oppure frugare in una vecchia scatola da cucito della mia nonna. Sarebbero contente anche di accarezzare il cane (le mie mani), ma solo per un po', ché alla lunga si annoiano.
Alle mie mani piace tanto anche lavare i vinili, è una soddisfazione comprare un vecchio disco impolverato e scoprire che dopo un lavaggio è messo meglio di quanto sperassimo (io e le mie mani), però i vinili li abbiamo lavati già tutti.
A volte ho pensato che le mie mani fossero più intelligenti di me, ma non lo so se è vero: alle mie mani pensare non interessa, loro vogliono costruire.
Forse le mie mani si ricordano che le altre mani più vecchie di loro erano mani di pastori, falegnami e contadini. E allora vogliono stare fuori, a toccare la terra e il legno, alle mie mani la plastica non piace tanto e il metallo così così.

Le mie mani vogliono fare cose da mani, poverine, e hanno tutte le sacrosante ragioni del mondo.

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